martedì 12 aprile 2011

L’ultimo emporio dei colori della pittura Veneta


Attraverso un percorso nei suoi colori apprezzeremo il contributo dell’arte veneziana alla storia dell’arte universale. In particolare è nel Rinascimento che si realizza una vera coinè culturale delle arti figurative: infatti le materie prime pure venivano dall’oriente di cui Venezia era ricca grazie ai suoi commerci, e i pittori veneziani inoltre si nutrivano degli scambi culturali con i migliori artisti che visitavano all’epoca Venezia.  Questo mix di fattori fece di Venezia la più grande fucina di arte dell’antichità, e tutto ciò e ancora visibile oggi, tra cui anche un vecchio emporio di colori.      Gli artisti locali hanno sviluppato infatti la capacità di catturare la luce che muta (per effetto climatico, di orario etc), per mezzo della materia, di per sé sorda e opaca, tramite la manipolazione del materiali come l’olio, le resine, i pigmenti, che in un tutto armonico riescono a ricreare l’effetto magico e vivo della luce naturale nelle sue infinite sfumature.  

Nel dipinto "Amor sacro e profano" del Tiziano si vedono perfino le venuzze blu in trasparenza sul volto della fanciulla. Ancor più con la tecnica del "tonalismo", messa in opera dal Giorgione ai primissimi del '500 con “La tempesta”, concorrono a una sorta di concerto armonico di rimando di un elemento all’altro, come mezzo espressivo della fusione degli elementi tutti inseriti nello stesso bagno colorato, quasi un miraggio e un esaltazione dei sensi. Tra i pittori Veneti prevale l'effetto epidermico della materia che esalta le varie forme di luce, che l’artista condensa sintetizza nel modo più ampio possibile ponendosi alterativo all’idolo michelangiolesco delle forme e dei contorni definiti, del tratto disegnato, dell’effetto plastico nel cui contorno si individua la pittura come scultura.   Il concetto armonico del colore a Venezia trova la sua apoteosi nell'ultima tela di Tiziano della Pietà in cui ogni segno sulla tela ha un impatto profondo sui sensi dell’osservatore in cui si avverte una anticipazione del espressionismo astratto, dove i colori si fondono e alludono a un corpo fantasmatico dentro la tela, il colore esplode dalle forme e tracima dalla tela dentro gli occhi dello spettatore. Ma ancor più e si può vedere questo uso estremo del colore di Tiziano nella pala d’altare di S.Maria Gloriosa dei Frari dove L’assunta addirittura contrasta la luce che viene dalle finestre della retrostante abside in un miracoloso effetto ottico, e infine come un testamento del maestro che in maniera paradigmatica ci lascia nella “Pala Pesaro” tutti i più preziosi colori dell’allora tavolozza incarnati nelle vesti dei personaggi che con il magistero della velatura rivelano la luce nella materia, (e da quel momento Michelangelo e tutti I pittori europei vollero i colori ivi utilizzati e venduti solo a Venezia, importati dall’oriente e ormai indispensabili).
Venezia era infatti all’epoca una città emporio,  in cui si trovavano le migliori mercanzie allora acquistabili in Europa, gioielli, pietre, spezie, incensi, colori, broccati, sete etc. E oggi nella società industriale di massa dove il bello e il pregio sono sempre più rari, vi è ancora un luogo-“emporio” fantastico che sembra rimandare ai fasti e tradizioni del passato. Pur nella sua semplicità La Beppa (dove 3 generazioni ci lavorano: la nonna Beppa, la figlia Luigia e il nipote Massimiliano)  è un negozio stipato in ogni dove si trova di tutto, ma soprattutto ancora i preziosissimi pigmenti per colori che utilizzavano i grandi pittori del rinascimento e che ancora oggi fornisce ogni bene per artisti e gente comune. Stessi fornitori? stesse pietre e lacche? per scoprirlo ci aiuta il professore e pittore Marco Zanusso che se saremo fortunati, (basta contattarlo e trovarlo disponibile) ci accompagnerà in un viaggio nel tempo e nei colori della pittura veneta, dall’emporio alle tele, dalle committenze alle chiese, fino alla sua bottega d’arte dove magari ci fa vedere come lavora alla maniera dei vecchi maestri usando gli stessi impasti e le stesse setole, con tecniche da lui riscoperte dopo decenni di studi negli archivi e pratiche in laboratorio. (Il tutto riproduce un effetto magico quello che sicuramente i pennelli e i colori industriali non riescono…ed è  tutt’altro che comune come esperienza se si pensa che è fatta nella capitale del turismo mondialeJ!!)

File:Giorgione 019.jpg

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